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Groovisionary: Recensione - The Unseen (Quasimoto)




Lo avevamo già citato nella nostra precedente rubrica, Americans, dedicata a Madlib: stò parlando di The Unseen, il primo album di Madlib sotto lo pseudonimo di Quasimoto!





Inizierei tranquillamente col dire quanto già avevo accennato nell'articolo precedente su Madlib, e cioè che The Unseen è un album ideato e realizzato sotto l'influsso della psilocibina, comunemente presente nei funghi allucinogeni! Si potrebbe dire che Quasimoto sia l'alterego visionario di Madlib, e che l'intero disco sembra la colonna sonora di un vero e proprio viaggio nell'immaginario creato dal personaggio. 





Il suono del disco è prevalentemente basato su sonorità jazz, e per quanto riguarda i samples Madlib ha attinto a fonti originalissime, tra cui svariati suoni o frasi di suoni ripresi dalla stupenda colonna sonora (curata da Alain Goraguer) de "Il Pianeta Selvaggio", di René Laloux. Una delle particolarità del disco e che contraddistingue anche i successivi lavori di Quasimoto è l'utilizzo di una voce - quella di Madlib - che suona ad una tonalità più alta. Madlib avrebbe realizzato questo effetto rallentando i beat e regisrando la propria voce a tempo; velocizzando quindi l'intera canzone avrebbe appunto ottenuto questo risultato. 





Le tracce del disco, 24 in totale, sono un susseguirsi di musica mista ad un citazionismo sonoro da far impressione: sembra che ad ogni canzone si acceda ad un nuovo livello, tra sonorità in bilico tra il visionario ed il pararnoico. Uscito nel 2000, The Unseen fu acclamatissimo dalla critica, sia da quella più underground che da quella più mainstream. La rivista "Spin" addirittura lo inserì tra i più bei dischi dell'anno. Lo spessore artistico manifestato da Madlib nella lavorazione di questo disco è davvero difficile da paragonare a qualsiasi altro lavoro, persino dei suoi, e proprio per questo credo che si tratti di uno di quei dischi che richiede un ascolto accurato, sia per la quantità di particolari che vengono fuori dall'ascolto, sia per le atmosfere che di certo c'entrano poco con quanto possiamo considerare "canonico" sia nel rap che nell'hip hop. 







Detto sinceramente, le ventiquattro tracce del disco fanno paura una dopo l'altra e infatti sarebbero da ascoltarle veramente come un vinile. Dovendo però segnalare le più belle del disco citerei sicuramente: 





- "Jazz Cats Pt. 1", per il quale Madlib ha detto di aver preso ispirazione da una miriade di artisti jazz che elenca, ma che se anch'io dovessi elencare qui sotto farei due pagine di articolo!





- Poi c'è sicuramente "Real Eyes", che per l'utilizzo dei campioni fa veramente rabbrividire!





- "Low Class Conspiracy" è un alto di quei pezzi esagerati, in cui la variazione dei samples nell'arrangiamento fa davvero impazzire!





- Infine citerei "Come On Feet", che poi è la canzone che maggiormente campiona da "Il Pianeta Selvaggio" e che con le sue sonorità crea degli scenari inquietanti e all'apice della paranoia.






Concludo col dire che: se non avete ancora ascoltato nulla di Madlib, FATELO! E soprattutto, se non avete mai sentito questo suo incredibile lavoro, è il momento di procurarsi The Unseen, sedersi su di una poltrona o un divano comodo, girarsene una e lasciarsi andare al trip!






VOTO: 4,5/5




Quasimoto - Real Eyes





Quasimoto - Jazz Cats Pt.1





Quasimoto - Come on Feet





Quasimoto - Low Class Conspiracy





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