L'appuntamento con al rubrica settimanale "Back to the origins" è dedicato a "Le gang nel Bronx". Check it!
In questo articolo ho scelto di parlare delle gang che caratterizzarono la storia del Bronx, vista la forte influenza che questa fase ebbe in seguito sulla cultura Hip Hop, sui messaggi e sui sentimenti che portarono alla creazione di questo movimento.
La storia delle gang è breve, ma molto dura e violenta: orientativamente dal 1968 al 1973 il Bronx, famoso distretto di New York, fu invaso da questo fenomeno, definito da u.net (nel suo libro "Renegades of funk") come: "L'avanguardia dell'anarchia che avrebbe dominato l'area del Bronx negli anni a venire". Solo il termine anarchia è così efficace da poter riassumere le azioni e le conseguenze delle guerriglie tra le gang: ognuna di queste era identificata in base al colore delle giacche e delle toppe cucitevi sopra, ognuna "possedeva" un proprio territorio, sul quale per lo più gestiva traffico di droga e attività illegali varie. Le tensioni erano sempre altissime, l'invasione di un territorio altrui finiva nella maggior parte dei casi tragicamente, con veri e propri scontri tra fazioni di giovani armati e pronti a tutto.
Ecco, il problema principale era che questi ragazzi, per la maggior parte latini, e una minore parte afroamericani , non avevano assolutamente nulla da perdere, l'amministrazione cittadina li aveva condannati a restare nella povertà, sia a causa della mancanza di lavoro e di investimenti, sia per le scelte urbanistiche attuate. L'esempio lampante che mi viene subito in mente può essere quello del "Bronx River Project", complesso residenziale sorto nel quartiere del Bronx appunto, abitato prevalentemente da afroamericani, attorno al quale non vi erano strutture o centri che potessero garantire lavoro e occupazione a tutti, così lasciando al proprio destino le nuove generazioni. Le gang rappresentavano l'unico tipo di "occupazione" nel quale ripiegare, e all'epoca ne furono stimate più di 100 in tutto il Bronx, da Morris Heights a Soundview.
Il 1971 è un anno cruciale per le gang: quella dei Ghetto Brothers, una delle gang latine più potenti, si stava impegnando per raggiungere la pace e porre fine ai conflitti, visto il numero sempre crescente di vittime, sempre molto giovani tra l'altro. Altre gang invece si avviavano verso una vera e propria guerra sanguinosa. I Ghetto Brothers, con i finanziamenti della'amministrazione di NY, tentarono di trasformare la loro gang in un'organizzazione comunitaria, legalmente riconosciuta, che si andasse ad occupare materialmente dei problemi del loro quartiere. I Black Spades invece (storica gang nera, all'interno della quale capo guerra era Afrika Bambaata) erano in conflitto con i Golden Guineas, i War Pigs ed i Savage Skulls. I Ghetto Brothers, vista la criticità della situazione, organizzarono un incontro a Central Park, che però non produsse gli effetti sperati.
L'apice della violenza e della disumanità raggiunte, dopo le quali molti componenti delle varie gang rimasero profondamente colpiti, fu toccato con l'uccisione di Black Benjie, leader dei Ghetto Bothers: mentre quest'ultimo si dirigeva, completamente disarmato, verso il parco di Southern Boulevard per mettere fine ai durissimi scontri tra i Mongols, i Black spades, i Seven Immortals e i Savage Skulls, fu fermato da diversi ragazzi all'entrata del parco, e, mentre invocava la pace, fu brutalmente ucciso con colpi di mazze di ferro, coltellate e calci. Questo evento, come già accennato, scosse profondamente molti componenti delle gang, e ancora una volta i Ghetto Brothers si adoperarono ed organizzarono un incontro presso il Bronx Boys Club, tenutosi l'8 Dicembre 1971.
Presidiato da giornalisti e forze dell'ordine, nell'incontro fu ottenuta una pace momentanea, però da molti presa con scetticismo: diverse persone la consideravano una farsa, e oltretutto non fu consentito alle donne di partecipare. Di fatti, il vero e proprio incontro si tenne più tardi nella sede dei Ghetto Brothers, e fu siglata una pace da tutti i capi gruppo delle gang. La fine delle guerriglie però, non fu tranquilla come sperato: il distretto di polizia di New York istituì il cosiddetto "Young Gang Task Force", un'organizzazione para militare volta alla repressione delle violenze e dell'illegalità nel Bronx. Gli effetti furono la carcerazione di moltissimi giovani ragazzi, molto spesso accompagnata da pestaggi e perquisizioni.
Questo lento disfacimento delle gang mise in moto negli abitanti del Bronx un nuovo "istinto", una nuova energia che li spinse ad evadere da quei contesti difficili: i block party ne sono l'esempio più lampante, così come qualsiasi altro genere di aggregazione che potesse permettere di dimenticare, anche se per qualche istante, le difficoltà del quotidiano. Come già introdotto ad inizio articolo, queste nuove energie sono quelle che permisero alla cultura di nascere e svilupparsi negli anni in tutta New York, trasformando la violenza delle gang in voglia di prevalere sugli altri grazie alle proprie doti, alla propria originalità, al proprio stile.
Certamente le violenze non finirono da un giorno all'altro, ma di sicuro il movimento della cultura Hip Hop (non da subito riconosciuto e così definito) ebbe un'ascesa spettacolare! Le tag, usate dalle gang per identificare le proprie zone, diventarono l'arma principale dei primi writers, così come i primi b-boy emulavano le mosse di un ipotetico scontro per moves nella danza.
Fonti: en.wikipedia.org, "Renegades of funk" (libro), "I guerrieri della notte" (film).
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