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Rubrica mensile - Writing: Moe


L'appuntamento con la rubrica mensile Writing è dedicato a Moe, storico writer italiano. L'articolo e l'intervista sono state curate da Kunos (per chi non lo sapesse anch'egli eccelso writer), che ringraziamo come al solito per la disponibilità.





MOE - Imperia 2011



Rieccoci qua per il secondo appuntamento con la nostra carrellata mensile sui maggiori writers del bel paese: siamo felici di presentarvi Moe, storico studioso della lettera originario della zona centrale della penisola. Moe, molisano di nascita, si avvicina artisticamente nel lontano '92 al mondo dei graffiti tramite quei pochi e rari mezzi che l'epoca offriva su quel nuovissimo (per l'Italia) fenomeno. Nel '95 diventa MOE e da li non si fermerà più la sua escalation nella giovane scena ufficiale, verso i successi e la notorietà duramente ma meritatamente conseguita. In quegli anni fonda l'AK crew con 2Neko (alla quale si aggregherà più tardi Mac-S) e organizza molti eventi in zona Abruzzo e Molise (ricordiamo a Termoli le varie edizioni della convention di graffiti Sopra l'onda, jam considerata miliare da chi in quel periodo nel centro cercava disperatamente momenti di aggregazione e di confronto sul tema del writing e della cultura Hip Hop in generale). 








MOE - Salerno 2011

Ma non finisce qui: M. e l'AK entrarono nell'olimpo dei writers italiani a tutti gli effetti diventando il punto di riferimento per la scena della zona centro est italiana, colmando quel vuoto che fino ad allora aveva contraddistinto queste regioni (non nel senso che non ci fossero artisti di ottimo calibro da quelle parti o altre realtà che trascendessero i confini della regione, ma la scena era ancora molto acerba sul piano degli eventi, del "movement"). Proprio per questo M. e la sua crew saranno spesso presenti alle maggiori convention dell'epoca ma anche sulle maggiori riviste e fanzines italiche e non solo, che ai tempi rappresentavano la maggiore documentazione sul fenomeno (ricordiamo su tutte la rivista di cultura Hip Hop Aelle, per chi non sapesse di cosa si tratta consiglio di documentarsi). M. rafforzò anche i rapporti con le Marche entrando a far parte della 400ml con Mosone, Geos e Twesh. Da quando vive a Bologna diventa parte della scena locale, rallenta un po' il suo continuo pellegrinaggio per le jam ma continua a intrattenere buoni rapporti in tutta Italia, entrando per esempio nella ZSE di Salerno e mantenendo i rapporti con la sua città come membro dell'Xtreme Texture crew e della 78's.




Questa è una rapida panoramica degli eventi principali della carriera di M. ; della parte artistica ed emotiva ve ne parlerà lui stesso nell'intervista che segue, ci tenevo a introdurvi questo importante writer della scena italiana, orgoglio per la nostra zona ed esempio per gli amanti del lettering studiato e selvaggio da hall of fame, in modo tale da rendere eruditi sulla nostra storia coloro che si avvicinano solo oggi al fenomeno e non hanno mai stretto in mano una copia di Aelle.













MOE - Hannibal Letters




INTERVISTA






1) La domanda numero uno per antonomasia: quando, dove, come e perchè ti sei avvicinato ai graffiti;





Innanzitutto: ciao a tutti.


Il perchè è facilissimo: perchè quando ho visto i graffiti mi sono sembrati una figata! :) Ricordo ancora il libro "Graffiti Metropolitani": pagato un patrimonio e aspettato per mesi alla libreria del posto dove abitavo. Oppure un easy-style su un vecchissimo "Skate & Snowboard": c'era scritto 'Chris' e la 'I' era un puppet... O la locandina di DeeMo e Zero T, pubblicata nella rubrica sull'hip-hop di "Skate", una rivistaccia che però m'ha fatto vedere un bel pò di cose, all'inizio di tutto.





Io non posso affatto dire di "essere uno di quelli che da piccolo disegnava sempre", "che mi è venuto naturale"... anzi, tutt'altro: sono uno di quelli che non sapeva fare una riga dritta neanche con le squadrette. Immagina quanto deve avermi colpito tutta 'sta faccenda, se ancora oggi mi cimento!





2) Graffiti e Cultura Hip Hop: come sono legate le due cose nel tuo percorso;





Ho imparato da un ragazzo che poi è diventato un bravo rapper. Nella cittadina dove ho abitato per parecchio tempo gli unici due con cui potevo parlare di graffiti, erano due dj hip-hop. Più tardi, sempre nello stesso posto, la mia "balotta" era una crew di breaker che esiste tutt'ora.





Mi sono sempre appassionato di hip-hop e sono sempre andato alle jam, ascoltando i freestyle e guardando le sfide di breaking. La cosa m'ha sempre interessato, succede ancora oggi... con qualche piccola differenza ma succede ancora





La maggior parte delle esperienze col writing all'inizio le ho avute in quell'ambiente. Oggi mi sembra faccia figo che chi pratica una disciplina, non conosca o non si interessi delle altre, anzi, si storce il naso a sentire la parola "hip-hop". Ma certe volte mi sembra più un atteggiamento stereotipo.







3) Quali artisti ("graffitari" ma anche di altri campi) ti ispirano e/o ti senti di consigliare ai nostri lettori;





Aaaazz... che domandona. Quanta gente che fa cose da paura c'è in giro oggi? Siamo in un momento storico che permette di far emergere dei talenti creativi spaventosi.


Faccio un piccolo elenco delle cose che mi colpiscono e mi hanno ispirato, ma non è affatto completo, impossibile dirti tutto ciò che mi piace. Penso a Bates, Mode2 e Ces... penso a Bando e Delta. Dare. Ma aggiungo pure i character di Hombre, Bonzai e i pezzi di Serval e Swet. La roba nuova di Does, i pannelli di Banos e dei Blow. Smash, Atom (un pò tutto quello che gli ho visto fare negli ultimi tempi). Rough, da sempre, Andrea Di Cesare anche quando non fa il writer, le calligrafie di Bean, i tattoos di Logan, Aaron Cain (!!!). Rimango flashato dalle grafiche di Alex Trochut, proprio mentre ti scrivo ho scoperto Augustine Kofie, i disegni di T. McFarlane.





Ecco, volendo stabilire una specie di criterio: mi piace parecchio chi fa il grafico e sa disegnare, proponendo cose che -perfezionate al computer - vengono fuori dal suo sketchbook; chi ha disegnato lettere senza dimenticarsi l'evoluzione, creando uno stile personale, senza dipingere solo per fare colpo usando cose già viste, rimesse tali e quali nei propri lavori. Mi piace chi disegna i characters alla vecchia maniera, sfruttando però le tecniche e i mezzi che abbiamo a disposizione oggi, facendo cose con effetti grafici che una volta sarebbero stati impossibili.





4) So che giri e hai girato molte città della penisola, in varie hai anche soggiornato: punti di merito/demerito, analogie/differenze, cambiamenti prima e oggi tra le principali scene che intendi citare, al fine di tentare di definire la famigerata scena dei graffiti italiani (tosta questa ahahahah);





Cito una cosa letta su un myspace di un King italiano che diceva: "una volta, quando incontravi uno con un paio di Superstar ai piedi, sapevi che potevi fidarti". Le cose sono cambiate radicalmente.


Spesso oggi vedi che si disegnano cose già viste, usate in precedenza da altri 'scrittori'. Si vedono persone superbenvestite in posa davanti a pezzi (che se li guardi bene sembrano fatti da qualcun altro). Incontri uno che dipinge e gli dici: “Bando...” e lui: “Bba chi?”. Ecco. Punto di demerito numero 1: siamo molti di più, ma non sempre aumento della quantità significa che ci sia più gente capace che gravita attorno a questo mondo.


Sicuramente vedo anche aspetti che migliorano col passare del tempo. Quando rimane sana, la competition porta a tirar fuori cose davvero potenti: collaborazioni, muri e jam enormi, ma anche pezzi e lavori che fanno capire che di strada se n'è fatta.





Penso anche al fatto che oggi praticamente in tutti i posti in Italia puoi fare una bella hall of fame con qualcuno. C'è molta diffusione del fenomeno. Chi “tiene duro” e ha più anni di esperienza, secondo me dovrebbe far di tutto per diffondere certi bei principi e far impegnare la gente che c'è da meno tempo a – quanto meno – conoscerli. Tanto per capire come si ragionava tempo fa...





5) Tu e il writing, la tua poetica personale: descrivi il tuo stile, cosa lo forma, a chi ti ispiri, sproloqui a ruota libera ecc.





:) Non so bene quanto la parola "poetica" e il mio nome stiano bene nella stessa frase: proviamoci. Mi piacciono le lettere e le scritte in cui se isoli anche solo un piccolo particolare, questo ha una bella forma. Mi piace chi sa improvvisare (do voto ZERO a chi, senza un bozzetto o dovendosi adattare a qualsiasi necessità/sfiga, non sa come gestire la situazione o ha paura ad osare) e chi sa fare dalla tag al wildstyle intrecciatissimo tutto col proprio stile.





Altra cosa che cerco di ottenere nei miei pezzi è di fare sia le lettere che la colorazione (che spesso è improvvisata) sempre diverse: non mi basta cambiare una stick ad una lettera o cambiare i colori della "sfumatura lineare" quando progetto o eseguo un nuovo pezzo.





6) Da writer come vedi 'sta famigerata street art?





Voglio essere chiaro su 'sta cosa, per me è importante, se ne parla molto ultimamente.


Non voglio dare obbligatoriamente una definizione, mi sembra da bacchettoni ma mi serve per far capire bene cosa intendo: io sono un writer, ossia invento lettere “mie”, le faccio con le bombolette, a mano libera, mi hanno insegnato che 'bytare' è una cosa negativa (quindi cerco di non cadere in fallo). Per quanto mi riguarda, non mi offendo se non mi chiamate “artista”.





Cos'è uno street-artist non lo voglio inquadrare in una mia definizione. Non me ne intendo abbastanza, dico quello che vedo fare agli street-artist: usano spesso tecniche differenti dalle nostre (stencils, pennelli, manifesti, fotocopie, adesivi), mentre alcune cose combaciano (gli spray, le superfici su cui dipingono, il fatto che tutto ciò succeda in strada,...). Spesso, fra lavori di diversi street-artist, ci trovo degli elementi comuni: gli stencil sono immagini trattate sempre in modo molto simile, il messaggio è quasi sempre 'sociale' o caricaturale. Ecco: se le parole hanno un senso e mi chiami street-artist, fai la stessa figura di uno che a un motoraduno scambia una marmitta per una forcella.





La street-art non la reputo famigerata, sono quelli che non ne sanno approfonditamente che fanno casino e creano diatribe.





Aggiungo che ci sono street-artist che mi colpiscono: moltissima roba di Banksy spacca, sia tecnicamente che come concetto. Blu spesso mi stupisce, disegna cose che mi fanno pensare o con le quali concordo pienamente. C215 mi piace parecchio. Un altro che quando disegna a pennello su muro mi fa star bene - e qui mi dispiace, molti mi reputeranno di parte e mi insulteranno :) - è Mosone.





Coincidenza: mentre rispondevo a 'sta domanda mi ha chiamato un mio amico fraterno e mi ha detto che: “...stanno organizzando un evento, con street-artist e writers, vogliono fare delle facciate di palazzi, etc etc..” e io gli ho risposto “Ah, figo... dai, bella storia”. E lui: “macchè, a me 'ste cose mi fanno *a*care...”





7) Writing e business: come li vedi?





Se chi produce delle cose valide viene richiesto e comprato da parecchie persone, la vedo benissimo. Quando però tocca cominciare a inventarsi stranezze per salire alla ribalta e/o far aumentare le proprie quotazioni/visibilità/inviti, come la vecchia canzone “grazie, preferisco di no”.





8) E invece writing e legalità?





Io faccio un sacco di hall of fame, sono molto meno focalizzato sugli altri aspetti (e anche qui, giù grandi e numerosi insulti da chi legge) ma non ci sento da un orecchio se mi parli di “istituzionalizzare”, “schedare chi dipinge” e “giri di vite”. Finchè useranno opere di writers per fare arredo urbano e “recuperare aree degradate”, non mi possono parlare di tolleranza zero e min*hiate simili, perchè le due cose sono fatte con lo stesso gusto, lo stesso spirito e la stessa (cito Bol23) “voglia di aggiungere” qualcosa alla città. Non dimentichiamoci poi com'è nato il writing...





9) Marzullata: fatti una domanda e datti una risposta.





Ahahhahah! Io con me stesso non ci parlo più da 4 anni, in seguito ad un'accesissima lite, finita con l'arrivo di una pattuglia. Dico solo una cosa: dopo troppo tempo sto per aggiornare il mio sito www.hanniballetters.com, dentro ci trovate un vero e proprio archivio storico con moltissimi miei pezzi, sketch più un blog sulle news che mi riguardano. Con lo stesso nome mi trovate in giro (flickr, facebook, twitter...). Se vi va, sono li... :)









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