Siamo giunti all'ultimo appuntamento di questo 2012 anche con la rubrica sull'MCing, che stavolta vede come protagonista, con nostra grande gioia, Ghemon. L'artista (rapper sarebbe riduttivo) proveniente da Avellino non ha certo bisogno di presentazioni per coloro che sono vicini al movimento HH italiano degli ultimi 8/9 anni: per chi non lo conoscesse, stiamo parlando di uno degli mc attualmente più freschi e liricamente più abili della penisola. Sin dai primi lavori si distingue per la maniera originale e schietta di affrontare tematiche e parlare con gli ascoltatori; con il tempo una delle caratteristiche che più l’ha contraddistinto è l'evoluzione stilistica e vocale, grazie allo sviluppo del flow, sempre più morbido e vicino al cantato (apprezzabile anche da coloro che magari disgustano il classico rappato a priori), oltre naturalmente alle tematiche, al conscious e all'impegno che ha messo nei suoi dischi, sempre al 101%.
Attualmente Ghemon vanta la produzione di 5 dischi (senza contare i demo con i Sangamaro ed i 15 barrato): il primo Qualcosa Cambierà Mixtape, La Rivincita dei Buoni, …E poi, all’improvviso, impazzire (uno dei nostri preferiti, sotto il nome di Ghemon & The Love 4tet, con Fid Mella e Dj Tsura), Qualcosa è Cambiato/ Qualcosa Cambierà Mixtape pt.2. E in arrivo anche il nuovo disco, 440/ Scritto nelle stelle, e come al solito tante collaborazioni in tutta la penisola. Non preoccupatevi, non ho certo dimenticato Per La Mia Gente EP, un discorso a parte nel capitolo discografia: realizzato con Bassi Maestro, insieme hanno collaborato per questo lavoro con il produttore italo americano Marco Polo, portando avanti anche una bella serie di live show in Italia. Prodotto tra Italia e New York, è un progetto del tutto inaspettato, almeno fino a qualche anno fa (anche mese diciamo, per noi che lo seguiamo anche da vicino), che ci ha preso davvero bene ed entusiasmati.
EMbrionALE è un altro lavoro realizzato dallo stesso artista, stavolta sotto lo pseudonimo (e l'influenza) di Gilmar: un EP di 7 tracce, realizzato per dare un tributo al cantante e compositore Jon Brion. Pubblicato nel 2010, è una perla rara, disco denso di struggle e strorytelling, davvero consigliato (tra l'altro disponibile ancora in download gratuito, http://www.blue-nox.com/downloads). Oltre a diverse colonne sonore riadattate per cantarci e rapparci sopra, presenti le produzioni di Fid Mella, Clefco e Ghemon stesso.
G è anche (e soprattutto) membro di due collettivi in Italia, tra i più attivi e prolifici, ovvero quello di Unlimited Struggle e quello di Blue-Nox, circondato senza dubbio dai migliori artisti d'Italia.
Terrei a precisare che le parole contano relativamente per descrivere la musica di un'artista, e ripeto musica: uno degli aspetti che di sicuro Ghemon, alias di Gianluca Picariello, non ha mai trascurato o messo in secondo piano durante tutto il suo trascorso discografico. Dopo questo breve intro, spero efficacie, vi lascio all'intervista, alle parole dell’artista, consigliandovi l’ascolto della sua discografia al completo, e soprattutto di assistere a suoi live show (ultimamente anche dj set). Lo trovate spesso in giro per lo stivale.
Buona lettura a tutti, infiniti ringraziamenti a Ghemon per la disponibilità dimostrata e l’opportunità dataci.
INTERVISTA
1. Domanda di rito: qual'è stato il tuo primo contatto con la cultura HH (video, musica, fanzine, jam/eventi), e con quale disciplina in particolare?
La prima volta che ho avuto contatto vero e proprio penso sia stato con 'Tocca Qui" degli Articolo 31 e di li a poco con "Quando Meno Te Lo Aspetti" degli Otr. Poi ho ascoltato per la prima volta Venerdì Rappa su Radio Deejay e comprato il mio primo numero di Aelle. Era il 1995, 17 anni fa.
2. Per quale motivo hai finito per dedicarti esclusivamente alla scrittura, e magari non anche ad altre discipline della cultura (dato che sappiamo che nascesti inizialmente come writer)? Parlaci un po’ del tuo percorso artistico, di come il cambiare anche ambiente ha influito sulla tua musica (Avellino, Roma, ecc).
La vita fa la sua selezione. L'Hip Hop non ti chiede preparazione di base, perciò puoi provare a fare tutto. Questa cultura però richiede studio, e scrivere è la cosa in cui mi sono applicato di più per inclinazione naturale. Ero più bravo coi temi che coi disegni anche a scuola.
3. Quali sono le tue principali fonti di ispirazione (film, libri, musica, ecc)?
Musica, Donne, Film, Vita. In questo preciso ordine.
4. La tua esperienza come Mc parte con i 15 Barrato ed i Sangamaro: quanto sono state importanti per te queste esperienze come Mc, nelle quali il tuo rap era caratterizzato dall’uso del dialetto? Parlacene se vuoi.
Ricordo che avevo problemi a rappare le strofe quando registravamo in cantina. Il fatto di aver condiviso l'entusiasmo delle prime esperienze con Mobie e Domi, di aver sbagliato ma essermi confrontato con due persone più adulte di me, mi ha fatto crescere. Loro mi hanno sempre chiesto di essere me: era l'unico modo per distinguerci, venendo da un posto piccolo come Avellino. Senza un consiglio del genere o senza rappaci le strofe al telefono per anni, io non sarei mai arrivato qui, devo solo dire grazie alle persone con cui ho iniziato.
5. Ufficio Immaginazione e Qualcosa Cambierà sono i tuoi primi lavori come solista: il primo esce per la Soulville, il secondo è presentato da Dj Fester, e vi collaborano quasi tutti i migliori artisti della scena italiana (oltre ad una produzione di Marco Polo e le diverse strumentali di Fid Mella). Come hai selezionato tutte le voci e le strumentali in entrambi i lavori? Parlaci liberamente del lavoro che sta dietro ai dischi, e magari di qualche aneddoto ad essi legato.
Quello che ho fatto nei dischi é la miscela personale di quello che ho ascoltato. Perciò ha avuto una progressione, delle discese o delle risalite. Un aneddoto? Agli inizi, non volevo usare nessun beat di Fid Mella per il mixtape o "La Rivincita"... poi sapete tutti com' è finita
6. Il tempo passa, e di pari passo è evidente l’evoluzione che caratterizza il tuo stile ed i contenuti che esprimi nei testi: La Rivincita Dei Buoni è il tuo primo disco ufficiale, e ti circondi come al solito di validissimi artisti (per la seconda volta Marco Polo produce una strumentale, sulla quale sarà anche presente l’olandese Pete Philly): dal tuo punto di vista, su quali aspetti ti sei sentito maggiormente cresciuto? Come per le altre domande, parlaci liberamente del progetto.
La Rivincita è stato un disco che mi ha creato ansia notevole. Avevo bisogno di mettere a terra una prima pietra, discograficamente, e di portare un concetto nuovo di suono in Italia. Mi sono circondato di gente come Marco, Pete Philly, 20Syl degli Hocus Pocus...come esordio lo ritengo fortunato, ha aperto delle porte. Quello a parte, i pezzi del mixtape e del disco erano delle stesse sessioni, come sempre. Quindi avevo lavorato tantissimo, 50 tracce accumulate negli anni prima di quel disco...
7. E poi, all’improvviso, impazzire… è il disco che ti consacra come uno dei migliori liricisti italiani: realizzato in collaborazione con Fid Mella e Dj Tsura (tutti sotto il nome di Ghemon & The Love 4tet), il disco è stato ottimamente recensito in tutta Europa. Per quanto riguarda i testi e le idee, hai portato avanti il lavoro esclusivamente in Austria, durante le session con Fid e Tsura, oppure avevate già qualcosa in mente? Parlaci del lavoro in studio, e magari di una sessione in particolare, che ti è rimasta impressa.
Posso dire poco oltre a quello che è già nel booklet del cd. È un disco a cui sono enormemente legato, fatto quasi interamente a Vienna. Non penso sia stato del tutto compreso ma ha aiutato a mettere delle buone basi per quello che ho fatto dopo. La cosa principale è che io è Fid siamo diventati due fratelli, abbiamo condiviso la casa e il tempo. Per me quello rimane anche umanamente, e va oltre tutto.
8. Qualcosa è cambiato è uscito nel 2012: cosa è cambiato, appunto, nella musica di Ghemon? Ti senti migliorato o peggiorato a livello artistico, lirico, umano?
Spero migliorato! Cambiato non so, tutto e niente. È il dualismo ovvio del cambiamento umano. È stato un disco in cui ho cercato di mostrare al massimo delle possibilità, ciò che la gente si aspettava mi riuscisse bene...ma il cerchio di questo disco si completa con quello dopo. Senza il disco successivo non si capirà dove volevo andare a parare. Come il primo mixtape con "la Rivincita".
9. Chi è Gilmar? Quand’è saltato fuori? Perché ha deciso di dare un tributo a Jon Brion?
Dal nulla. È un personaggio dell'autore, e come tale mi riservo di farlo vivere o morire a mio piacimento. A parte quello è una parte di me e chiede spazio!
Jon Brion è un compositore eccezionale che ha composto musiche per alcuni dei miei film preferiti. Scoprendolo ho voluto fare questo incontro immaginario delle mie parole con la musica da cinema. Un esperimento un po' pazzo e fatto come al solito: tappare il naso e tuffo.
10. Cosa hai voglia di anticipare ai tuoi fan riguardo 440/ Scritto nelle stelle?
So che dovrei rispondere le solite cose ma non voglio anticipare nulla. La gente sa tutto di tutto e lo sa sempre in anticipo; poi non si gode le cose quando succedono. È come scriversi le porcate via computer e poi vedersi e salutarsi a stento...
11. Per La Mia Gente è l’ultimo EP che hai realizzato in collaborazione con Marco Polo e Bassi: com'è stato realizzare strofe per uno dei producer più acclamati del globo? Registrare a NYC (anche se una sola traccia) è stata un’esperienza memorabile? Parlaci della realizzazione del lavoro.
È l'esperienza che tutti quelli che fanno questo genere di musica sognano, e ci è capitata quasi per caso. È una cosa che mi porterò dietro tutta la carriera, un innalzamento di livello di esperienza incredibile: il disco, il tour, mi hanno insegnato tantissime cose. New York, è scontato dirlo, è magica. A volte dimentico di esserci andato a 'lavorare'. La vita è sempre piena di sorprese.
13. Come mai non ti sei mai cimentato ‘ufficialmente’ nel freestyle?
Ho sempre fatto freestyle. Da spettatore mi piace assistere al freestyle come intrattenimento, a volte, quando il livello è alto, anche come gara. Non condono l'idea che la gente si avvicini al freestyle come una disciplina a sè e non impari nulla del rap italiano. Da rapper mi annoia l'idea della gara. Gara di che? E poi tra i miei amici ci sono dei bei mostri, non c'è bisogno di un Ghemon che fa freestyle.
14. Qual è la collaborazione che ti è rimasta più a cuore?
Bella domanda...un pezzo che ho a cuore ma che ha avuto poca fortuna è "Vero" con Mistaman e Shocca. Penso che meriti un riascolto!
15. Quale produttore italiano dei '90, a tuo avviso, ha lasciato il segno in maniera indelebile fino ad oggi e nel futuro?
Ogni era ha i suoi. In quegli anni Neffa, Deda, Bassi e Fritz. Dopo di allora Shocca, Fid e Frank Siciliano, a mani basse.
16. Quale Mc italiano dei '90, a tuo avviso, ha lasciato il segno in maniera indelebile fino ad oggi e nel futuro?
La lista è lunga. I soliti noti. Penso comunque che Neffa sia stato il più bravo di tutti. Seguito da Esa.
17. Evento/ live/ jam rimasto particolarmente impresso (sia sul palco che sotto).
Concerto dei De La Soul a Roma, il tour era quello di "The Grind Date"e "Watch The Throne" quest'anno a Zurigo.
18. Qual è l’ultimo disco che hai messo in play e che ti senti di consigliare a chi ci segue (non necessariamente HH)?
È stato sicuramente quello di Kendrick Lamar - " Good Kid,MaAd City"
19. Quando hai capito che questa era la strada giusta per Gianluca, Ghemon e Gilmar?
Ancora non ho nemmeno acceso il navigatore...te lo dico quando arrivo a destinazione, se la strada era giusta!
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