El Brado aka Giò Lama, alias di Pierluigi Masci, è un Mc e produttore pescarese: ospite della nostra rubrica sul Beatmaking/DJing, per noi è un onore ed un piacere dare spazio ad un grande artista come lui. L'intervista che vi proponiamo prende davvero bene a noi in primis, i contenuti sono molto interessanti per gli amanti di questa cultura, con anche qualche chiacchierata (abbastanza approfondita) sul beatmaking. Per chi non avesse mai ascoltato nulla di questo artista, vi rimando al primo estratto dal suo disco in lavorazione, Check My Crane Style - The Italian Chamber (in uscita per l'etichetta americana Protect Ya Neck Records, e del quale se ne parla a seguire naturalmente): "Proiezioni" è il titolo del brano, che vanta la collaborazione della female Mc Elfa. Giò Lama sia alle liriche che al beat, una garanzia. Buona lettura, massimo supporto per questo artista da noi di Groovisionary. (Ringraziamo Alessandro Falco per le foto dell'articolo, riprese direttamente dalla sua mostra Costa Vostra)
INTERVISTA
1. El ritual: qual'è stato il tuo primo contatto con la cultura HH (video, musica, fanzine, jam/eventi), e con quale disciplina in particolare?
Ciao, se parliamo di cultura Hip Hop il primo contatto credo sia stato davvero unico. Correva l'anno 1998, avevo 13 anni e durante l'estate stavo lavorando
in uno stabilimento balneare. Credevo di ascoltare il rap, ma come credo succeda a tutti i ragazzini anche oggi, di primo impatto, essendo ignorante,
credi che il rap sia quella merda che ti propinano radio e tv...per fortuna quell'estate lavorava con me un ragazzo di qualche anno più grande, che non faceva altro
che ripetermi: "che cazzo ti stai a sentì?", "ma che è 'sta merda?", "rap questo? macchè!"....era un continuo, lui ascoltava il rap, e credo all'epoca rappasse anche, stava infottatissimo con la west coast, ed un giorno mi regalò una cassetta (musicassetta) doppiata di 2Pac...la misi subito su, era il mio primo contatto
con il rap americano, era strano, suonava in maniera formidabile, mi piaceva un casino, ma io ero abituato a seguire le parole (per quanto stupide fossero), e qui non
capivo niente, ero un pò spiazzato, riascoltai il lato A forse 5 o 6 volte di fila. Poi è stata la volta del lato B....i pezzi scorsero così come per il lato A,
con la differenza che alla fine del disco partì una voce profonda, che quasi gridava "pronti partenza e vaaaai, attacche ssa currente...." era "Attimi di gioia tra il dolore" di
Lou X e C.U.B.A. Cabbal...praticamente la cassetta di 2Pac era stata registrata su una copia (a sua volta copiata) di "La realtà, la lealtà e lo scontro" di Lou X,
che io non avevo la più pallida idea di chi cazzo fosse.... sulla cassetta erano rimasti scoperti solo metà degli ultimi pezzi, ovvero "Attimi di gioia
tra il dolore" e "Via da qua"....bene andai avanti tutta l'estate ascoltando quella canzone e mezzo, e a 2Pac non c'ho pensato più!Da li mi si è aperto un mondo,
scoprii l'esistenza di Costa Nostra, e del magazine AL, e proprio tramite gli annunci a fine numero di quest'ultimo trovai i contatti di due breakers della mia città
che a loro volta conoscevano un M.C. e un writer, che a loro volta conoscevano un altro m.c. e un dj e così via...da lì nacque la mia prima crew, nella quale ero
membro attivo come m.c., breaker e writer. Ho conosciuto queste tre discipline veramente a fondo, ma dopo qualche anno mi dedicai esclusivamente al'mcing, anche perchè
specialmente come writer ero una pippa!
2. Cosa ti ha spinto ad affacciarti anche al mondo della produzione (sappiamo che con lo pseudonimo di El Brado ti sei anche fatto conoscere come Mc)?
Esatto, io musicalmente parlando nasco come MC, e per parecchi anni ho lavorato come credo facciano la stra maggioranza dei rappers, ovvero mi passavano il beat bello e
fatto, scrivevo, andavo a registrare ed era finita li la cosa. Poi con il tempo iniziai a stare stretto tra tutte le dinamiche che girano intorno ad un discorso
del genere, io crescevo e con me la mia cultura musicale, in quel periodo ero un vulcano di idee e di rime ma i beat cominciavano a non arrivare o ad arrivare
molto più di rado, per non parlare del fatto che lo stile ed il sound dei beat che mi venivano sottoposti non mi soddisfacevano più. A questo si aggiunse che,
anche per cause non riguardanti la musica, i rapporti umani con alcune delle persone con cui lavoravo iniziarono a deteriorasi, per poi scomparire di lì a poco.
Così, mi trovai a riaprire un software che avevo sul pc per fare i beat, con il quale avevo già un pò giocherellato qualche anno prima, senza aver mai pensato di
sottoporre i miei lavori a qualcuno. Un sample sopra, una cassa qui, un rullante lì e cominciai a prenderci gusto, tra l'altro il risultato non mi dispiaceva affatto.
Cominciai a far sentire i miei beats alle persone che venivano a trovarmi nello studietto che mi ero attrezzato, i beat sembrava piacessero, ma avevo l'impressione
che conoscendo la mia storia musicale mi stessero prendendo poco sul serio, così una notte ai tempi di My Space nacque Giò Lama, beatmaker pescarese dal volto coperto
di cui nessuno conosceva l'identità. Bhè credimi, quei beats sono piaciuti un casino (ed erano gli stessi che avevo proposto a più persone in studio), e così
Giò Lama si guadagnò il rispetto della scena locale come beatmaker. Ma io volevo sempre di più, le idee erano giuste ma la roba non suonava come volevo, così un giorno
anche sotto la spinta del mio compare N2nell comprai il mio primo campionatore, un Roland SP606. Bene, quel giorno iniziai veramente a produrre Rap Beats...
come Hip Hop comanda!
3. Qual è l'attrezzatura che ti accompagna nella produzione? Che rapporto hai con i VST, e che percentuale c'è tra il loro utilizzo e quello di strumenti hardware?
Quali sono le macchine che preferisci per creare i tuoi beats, e che ti hanno accompagnato nel tempo?
Come dicevo ho iniziato con un Roland SP606, ora sto lavorando con un Akai MPC2500 e non credo avrò mai il coraggio di cambiarlo. Per quanto riguarda i VST non ne faccio
uso in nessun modo, mai. Per il resto, dove non arrivo con i samples, se dovessi avere bisogno di rinforzare un giro di basso o creare qualcosa intorno al beat
utilizzo una Roland Sh 201, che è un synth a campioni analogici.
4. Potresti parlare di qual è il processo che sta dietro alla creazione dei tuoi suoni di batteria?
Partiamo dal presupposto fondamentale che io sia per le batterie che per i samples utilizzo solo ed esclusivamente roba che ho campionato da vinile.
Le batterie sono un punto fondamentale della produzione, soprattutto se stiamo parlando di rap. Io personalmente ho i miei kit che ho messo insieme
negli anni, e in un pezzo, una volta tagliato e risuonato il sample, la prima cosa che faccio è cercare la cassa che più ci si addice, difficilmente sovrappongo
casse diverse, al massimo quando è proprio necessario pitcho e sovrappongo la stessa. Mentre con gli snare spessissimo mi trovo ad usarne più di uno contemporaneamente,
magari evitando la quantizzazione su quelli aggiuntivi. Per quanto riguarda gli hit hat, sono maniacale, infatti nelle mie produzioni si nota che sono abbastanza
fuori rispetto ad uno ipotetico standard che li vede un pò più in secondo piano, li scelgo con tantissima attenzione, li mischio, li stravolgo,
l'importante è che riesca ad ottenere il risultato desiderato. Ma la tecnica che preferisco su tutte è quella di risuonare casse e rullanti dei mie kits
sopra un bel grosso, grasso drum breaks a sua volta già lavorato a dovere.
5. Che ruolo ha per te la compressione in una traccia? Parliamo di mixaggio o premixaggio di una traccia, non dell'uso del compressore per il mix finale.
Se ho capito bene stiamo parlando del luogo comune "comprimo tutto a morte così il pezzo pompa".... cazzate!
Le tracce, specialmente quelle dei beats hanno bisogno di aria per rendere, poi è normale, io sono il primo ad abbondare con la compressione QUANDO SERVE.
Spesso dipende anche da che risultato vuoi ottenere, per esempio in un beat con un basso molto profondo e corposo, una cassa
molto compressa potrebbe fare un ottimo lavoro. In sintesi, no al compressore ad ogni costo ed a prescindere se ce ne sia bisogno o meno.
6. Diggin' in the crates (in questi anni possiamo dire anche "in the web") e campionamento da vinili, classici aspetti di un producer HH:
cosa pensi a riguardo? Che importanza ha per te il campionamento? Sei anche un collezionista? Parlaci dell’esperienza del KOTB.
Iniziamo col dire "CAMPIONAMENTO DA VINILE SEMPRE E COMUNQUE"!
Credo che il diggin' sia una delle parti più importanti del lavoro di un beatmaker. Io faccio molto "diggin'in the web",
lo trovo utile a causa dei ritmi della vita quotidiana, ma anche molto limitativo, sia perchè ti riduci a generi ed artisti che più o meno conosci,
sia perchè a causa dell'indicizzazione ti verranno proposti sempre artisti e pezzi o più noti, o più ricercati con la conseguente crescita del rischio di
incappare in tracce già campionate per pezzi molto noti, può succedere a tutti di non conoscere il pezzo per cui è stato usato quel sample
(a me per primo è successo), ma se si fa con dolo, non si choppa in maniera differente e non si tratta di un tributo (sottolineando ancora che può succedere a tutti) ....bhè stiamo parlando di "sukeraggio"!
Mentre dall'altra parte c'è il diggin' vero e proprio quello che ti spezza la schiena e ti lascia le dita impolverate, è tutta un'altra cosa. Già l'idea di doversi alzare magari un sabato o una domenica mattina (unici giorni in cui potresti dormire), magari fare colazione al bar con un amico
e dirigerti in un mercatino armato di giradischi portatile è magico, poi in quelle cazzo di casse trovi di tutto, da Ornella Vanoni alla musica popolare
messicana, alle sigle dei cartoni animati...è li che puoi superare i limiti, distinguerti....non scaricando da youtube un pezzo funk super raro, che in vinile
ti costa anche 200 euro.
Non mi permetto assolutamente di definirmi un collezionista, offenderei quest'ultimi, ho un casino di dischi di qualsiasi genere, alcuni li amo, alcuni mi
chiedo cosa cazzo ci facciano ancora li, alcuni li ho comprati solo per i samples, altri solo per ascoltarli, altri ancora solo per il valore affettivo...ma non mi permetto di definirmi un collezionista.
Le esperienze al King Of The Beats sono state fantastiche tutte, a prescindere da quale ho vinto e quale ho perso, quando ero lì con i ragazzi mi sentivo come
una persona perfettamente sana di mente che è stata chiusa per 10 anni in manicomio e a natale torna dai suoi. Ho finalmente trovato dopo anni gente che parla la mia stessa lingua, gente che ci crede veramente,
anche perchè le regole del KOTB sono serissime, e se non ci credi fino in fondo e non hai le palle quadrate non riuscirai mai a partecipare, ma non per la preselezione,
quella possono passarla tutti, ma i tempi e gli standard per la produzione dei beats sono folli...specialmente se vivi a Pescara e lavori....
7. Quali artisti ti hanno ispirato particolarmente (mentori)? Parlaci magari della fortissima ispirazione che trai dal collettivo del Wu Tang.
Primo su tutti sicuramente il collettivo COSTA NOSTRA, come ti spiegavo prima è stato il mio primo contatto con il vero rap, e mi ha segnato indelebilmente. Sopratutto nei miei primi lavori questa influenza era molto marcata, a dirla tutta nel mio primo demo 2001/2002 (avevo 16/17 anni) scimmiottavo palesemente Lou X,
e credo anche che sia una cosa abbastanza normale, anzi io almeno mi ispiravo ad un pescarese, a differenza di altri che lo facevano chi con un bolognese, chi con
un milanese e via discorrendo. Comunque, sicuramente questo percorso è stato fondamentale per la mia formazione. Probabilmente proprio per questo motivo
quando per la prima volta ascoltai il Wu Tang Clan mi sembrò un sound familiare, la scelta dei sample, l'approccio rugged n' raw degli mc's mi facevano sentire
"a casa". Così fui catapultato nel Wu-World...è veramente un mondo a parte, con il suo sound inconfondibile, le sue regole non scritte e la sua filosofia. Wu Tang è uno stile di vita, e "Wu is the Way, The Tang is the Slang, The Clan is the Fam"...senza stare a specificare che THE RZA non è di questo pianeta...
il migliore in assoluto.
8. Qual è, a tuo giudizio, l’aspetto delle tue produzioni che rende riconoscibile il tuo sound all’ascoltatore?
Bhè credo in primis la scelta del sample, sono molto selettivo sotto questo punto di vista, e credo che renda i miei beats abbastanza riconoscibili. Con i dischi che
ho in studio potrei produrre altri 200 beats, ma uscirei fuori dai miei canoni e non mi và di suonare in modo differente da quello che è il mio stile.
Poi non saprei, suono la mia roba istintivamente e alla fine il risultato è quello che sentite. Che mi dicono sia riconoscibile, mi è stato anche detto
"I'm sure you was born in Staten Island in your past life".
9. Da cosa trai ispirazione in particolare (film, libri, generi musicali, ecc)?
Nei periodi giusti tutto mi ispira, tutto quello che riguarda la vita quotidiana, dal traffico alle incazzature a lavoro, dalla gioia di una buona notizia alla
nostalgia...anche un buon caffè può darmi il giusto mood atto ad influenzare una mia produzione.
10. Come imposti un dj set: serato/tracktor o vinili originali? Perché?
Allora, io non sono un dj, per rispetto di quest'ultimi (quelli veri) non mi ritengo tale. A mio avviso un DJ suona i suoi vinili, e non le raccolte di mp3 scaricate delle
quali non consce neanche la provenienza. Poi ci sono casi e casi...per esempio Afrika Bambaataa suona con il serato....ma è noto a tutti (o dovrebbe) qual'è la sua
cultura musicale, e che questo signore prende una cosa come tre aerei a settimana. Non credo sia possibile portarsi dietro in queste condizioni casse e casse di
vinili.
Sottolineo che sto parlando di Afrika Bambaataa, non del dj che suona nel club sotto casa.
11. Qual è il consiglio pratico che daresti ad un produttore/beatmaker ancora alle prime armi?
Bhè ti dirò, non mi sento nella posizione di dare consigli a nessuno, la musica è una cosa molto intima, ed è giusto che ognuno sviluppi un approccio personale alla sua
creazione. Se proprio devo sbilanciarmi, tornerei ad affermare che vinile e campionatore mi hanno cambiato la vita, nel vero senso della parola, e fare musica così ha
veramente tutto un altro gusto. Un altro piccolo appunto è, rileggendo la domanda, se parliamo di beatmaker alle prime armi mi viene in mente un
giovane, e a questo direi: "Quello della musica è un mondo fantastico, ma oltre all'arte, l'abilità e tutto il resto ci sono due fattori come rispetto e reputazione
che sono molto importanti, quindi,ascolta chi ha qualcosa da dirti, sii umile e non farti fottere dall'entusiamo (quello eccessivo) e la fretta....".
Ora ho fatto il guru del cazzo e me ne scuso, ma sono riuscito ad esprimermi diversamente.
12. StatuSquad, S.U.G.O. Bootleg e Try Me EP sono i tuoi primi tre progetti da beatmaker: parlacene a 360°, dall'idea alla realizzazione,
passando per come hai selezionato gli artisti e che mood hai seguito per la realizzazione delle strumentali.
StatuSquad è stato il mio primo disco ufficiale da beatmaker, è stato lavorato durante il 2008, le mi skills erano sicuramente più grezze rispetto ad ora,
ma lo spirito era lo stesso. Io e n2nell (che rappresenta 1/2 di StatuSquad), abbiamo pensato ad ogni traccia come un mondo a sé, a volte avevamo prima l'idea
di che tipo di pezzo avremmo voluto, tipo ambientazione o il tema, e di conseguenza mi mettevo alla ricerca dei campioni giusti per ottenere il risultato desiderato,
altre volte era il contrario, era il beat ad ispirarci. Nella prima parte abbiamo passato un casino di notti in studio, abbiamo studiato ogni singolo dettaglio, nella
seconda parte del lavoro sono completamente uscito di testa, ho missato e mastarizzato il disco non meno di venti volte, non scherzo, ogni volta che credevo di aver
finito,
riascoltavo il disco e sistematicamente tiravo giù tutti i fader di ogni singolo progetto e riniziavo da capo. Ho perso il sonno tra forum, manuali e libri di testo per
Sound Engineering, ma alla fine ce l'ho fatta, ora lo rifarei dieci volte meglio, ma per quel periodo è stata una gran vittoria. C'è da ricordare che in questo disco ci
sono anche dei super beatz di BeatMun e una bomba di N2nell. Finito questo disco ero completamente svuotato, scendevo in studio e fissavo le macchine come un ebete,
non riuscivo ad affilare due note o tanto meno due rime, ci ho messo un bel pò per riprendermi. Poi sono iniziati dei gravi problemi con il lavoro, e così è tornata
la rabbia e con lei il bisogno di avere una valvola di sfogo. Stavo pensando ad un disco solista ed avevo iniziato ad abbozzare i primi pezzi, ma il tempo era poco
e non ci stavo tanto con la testa (per i motivi di cui sopra), così ho riaperto gli archivi e sono saltati fuori pezzi che avevo fatto con un pò di amici, man mano che
passavano in studio, così ho messo tutto insieme, ho registrato due strofette che avevo scritto, chiesto un paio di strofe in giro ed "il s.u.g.o." era pronto...
ninte di più, S.U.G.O. Sta per Solo Un Grande Obiettivo, ovvero spingere la nostra musica senza troppe pippe, senza nessun secondo fine, e poi si sa nel sugo più roba
ci metti e più è buono! Fattostà che mentre aspettavo l'ultimissima strofa per chiudere il progetto mi sono reso conto che per essere una raccolta che doveva uscire
di getto, ci stavo mettendo troppo, così in tre giorni ho prodotto, missato e masterizzato Try me EP, un breve beat tape che doveva servire in primis a liberare la mia
creatività, infatti sono uscito anche da quelli che solitamente sono i miei schemi, e poi a prepare gli ascoltatori al genere di suono che avrei cacciato di lì a poco.
13. U.R.L.A. è l’ultimo disco di Cuba Cabbal, interamente prodotto da te (eccetto 3 tracce): come avete portato avanti il lavoro?
Hai realizzato i beat in studio con Cuba o hai semplicemente proposto qualcosa di già prodotto? Parlaci del progetto, dal concepimento alla fase finale,
inserendo magari anche qualche commento/aneddoto in particolare su delle session in studio ed il lavoro in generale con Cuba.
Bhè fondamentalmente con il lavoro siamo andati avanti quasi parallelamente, nel senso che magari davo un beat a C.U.B.A. e mentre lui ci scriveva ne preparavo altri
e così via, facendo dei briefing settimanali per confrontarci, scegliere i beats, parlare delle nostre idee e ridefinire quale sarebbe dovuto essere il tiro del disco,
sia dal punto di vista del sound che delle tematiche. Abbiamo curato insieme tutti i dettagli, con la massima serietà ma al contempo ci siamo divertiti in ogni session,
lui è stato molto disponibile ad ascoltare quando avevo qualche consiglio per i pezzi, magari a livello strutturale oppure l'idea di usare un ritornello piuttosto che
un altro, lo stesso ho fatto io se c'è stato bisogno di ritoccare un beat o un missaggio per avvicinarmi a quelli che sono i suoi gusti. E' stato un piacere lavorare
con C.U.B.A., un personaggio con la sua esperienza ha molto da insegnare a tutti noi.
14. A quale disco/traccia sei particolarmente legato e ti ha segnato durante il percorso all'interno della cultura e della musica HH?
Il disco che mi ha segnato piu di qualunque altro è sicuramente Enter the Wu-Tang - 36 Chambers...e credo si senta.
15. Quale evento/ live/ jam ti è rimasto particolarmente impresso?
Così su due piedi mi viene da rispoderti "The CONCRETE JUNGLE (AOA Summer JAM)". La jam organizzata da Next One nell'estate del 2012. Indescrivibile, tre giorni
in cui qualsiasi cosa trasudava Hip Hop da ogni poro, riuscivi a leggerlo negli occhi delle persone.
16. Progetti in cantiere e prossime uscite.
Attualmente stò lavorando ad un disco per Protect Ya Neck Records, che è la street-label del circuito Wu-Tang.
Era una vita che sognavo di fare un disco così, basta pensare che il primo feat. con degli affiliati al Wu-Tang, tali Dezert Eez, l'ho fatto in uno dei miei dischi
nei primi anni 0.
Questo sarà un disco interamente prodotto da me, che mi vedrà anche in veste di mc, affiancato in quasi la totalità delle tracce,da artisti americani ed internazionali
affiliati o militanti nel circuito Wu-Tang, insieme (quindi sulla stessa traccia) ad alcuni degli artisti italiani che secondo me rappresentano al meglio la scena
del nostro paese. In parole povere, me, un'artista italiano e uno americano su quasi tutte le tracce. Tengo a precisare che questo è un disco no-budget, e tutti gli
artisti che hanno partecipato lo hanno fatto gratuitamente, anche quelli che si dicevano irremovibili su questo aspetto, una volta ascoltate le produzioni hanno
accettato. Quindi, per quanto mi riguarda, questo è il mio successo, a prescindere da quali saranno le vendite o la risposta degli ascoltatori. Sto imparando tantissimo
da questo percorso, forse la cosa più importante è stata l'umiltà che hanno dimostrato gli artisti con cui sto lavorando, nonostante molti di essi hanno
calcato i palchi, americani gli uni ed italiani gli altri, più importanti, e collaborato con artisti che hanno fatto la storia del rap, non si sono preoccupati
del fatto che io sono un perfetto signor nessuno, hanno lasciato che fosse la musica a parlare e renderci tutti fratelli con il boom bap.
17. Info per live, saluti e contatti.
Chiunque volesse contattarmi per live, beats, collabo o studio session può scrivermi su el_brado1985@libero.it o zonabrada@gmail.com. Ringrazio GV per lo spazio dedicatomi e spero che qualcuno possa trarre qualcosa di costruttivo dai miei deliri logorroici. Grazie ancora, pace e amore per tutti voi!
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